Lui si chiama Giorgio Mercandelli. È l’artefice della prima espressione di “vino alchemico” al mondo. Ma che cos’è il “vino alchemico”? Si tratta di una sostanza in grado di riflettere il senso dell’esistenza, ossia il vissuto dell’esperienza che ogni pianta del vigneto ha avuto nel suo rapporto con il mondo. Possiamo pertanto considerarlo come un vino che si riflette nel gusto di un’esperienza che rispecchia il suo vissuto, la sua storia, e non nel gusto del frutto, che è legato semplicemente alla varietà e al territorio.
Mercandelli si dedica a questa attività da più di vent’anni. Sotto il profilo enologico è un figlio d’arte. Infatti il padre, Giovanni Mercandelli, fu autore della prima azienda biologica in Italia.
Il percorso di Giorgio, che fin da bambino non ha mai smesso di rivolgere il proprio sguardo incantato alla bellezza del mondo e al mistero della vita, è stato scandito da diversi studi, titoli e master conseguiti nell’ambito enologico. E oggi, gestendo la SSA (società semplice agricola) che è nata circa dieci anni fa e reca lo stesso nome del proprietario, serba degli obiettivi molto ambiziosi. Il principale di essi consiste appunto nella trasformazione del vino in un’espressione liquida dell’esistenza. Si può parlare quindi di una vera e propria forma di arte liquida, che riflette il vissuto del proprio rapporto col mondo, dal vigneto fino alla bottiglia. Chi assaggia un simile vino non può restarne indifferente. Infatti il peculiare processo che ha portato alla sua produzione risuona anche nella coscienza di chi beve. Il vino alchemico, quindi, concede anche il preziosissimo dono di condividere il proprio vissuto, la propria esistenza, e soprattutto il significato che si conferisce a essa.
Di tale approccio, assai personale e innovativo, Giorgio Mercandelli è stato il precursore.
Dopo aver attraversato ostacoli e criticità che l’hanno condotto fino ai bordi dell’esistenza, l’uomo ha potuto accumulare grandi soddisfazioni, tra cui quella di vedere il suo logo distribuito da un’importante organizzazione giapponese delle Nazioni Unite. Oggi però altre nove aziende, in Lombardia e in Toscana, hanno sposato la sua stessa filosofia, condiviso la sua stessa visione del mondo, e si interfacciano all’universo produttivo presentandosi come “aziende alchemiche”: “Cantina Alchemica”, “Oreste Sorgente”, “Luigi Cagnoni”, “Malerba”, “Eliantos”, “Sonia Doria”, “Igor Pasquale”, “Marco Valentini”, “Filippo Artini”. E la lista potrebbe presto allungarsi, dato che numerosi viticoltori coltivano il desiderio di riflettersi interamente in ogni fase del proprio lavoro, così come ogni artista si riflette nelle proprie opere.
Tutte le aziende citate sono gestite da personalità che hanno lavorato per molti anni nel mondo vinicolo, esprimendo il proprio stile in varie modalità, fino ad approdare ad una sensibilità analoga a quella di Mercandelli, che ha permesso loro di ritrovare sé stessi e di riflettere la propria stessa esistenza in ciò che producono.
Comprendersi, e comprenderci, in tutto ciò che facciamo nel corso della nostra vita, in modo da trovare il nostro posto nel mondo. Questa è, in definitiva, l’ambiziosa e nobile missione di Giorgio Mercandelli.