Il progetto Vite Colte nasce da sperimentazioni in vigneto a partire dal 1988 e si concretizza a Barolo (Cuneo) con le prime etichette uscite sul mercato nel 2016. Oggi coinvolge 180 viticoltori piemontesi che coltivano un totale di oltre 300 ettari di vigneti, questi ultimi selezionati secondo criteri ben precisi – dalle base rese per ceppo alla corretta nutrizione della pianta, dalla gestione manuale della vegetazione e della vendemmia all’impiego di tecniche della produzione integrata o biologica – che formano parte integrante della filosofia alla base di Vite Colte. Tale filosofia mira a unire l’antico e il moderno – e precisamente i tradizionali saperi contadini da una parte, gli avanzamenti della ricerca e delle conoscenze scientifiche in materia di viticoltura dall’altra – al fine di creare un prodotto finale caratterizzato da una qualità di primo livello, frutto innanzitutto di una gestione dei vigneti votata alla sostenibilità e al rispetto dell’ecosistema. In questo senso diventa fondamentale per i singoli soci viticoltori – a ognuno dei quali è riservata una partizione non eccessivamente grande dei 300 ettari complessivi dislocati tra Langa e Monferrato. Pilastro del progetto è lo staff dei tecnici guidati dall’enologo Bruno Cordero e dall’agronomo Daniele Eberle, che supervisionano e insieme garantiscono l’aderenza dei produttori al protocollo qualitativo.
Una volta conferiti nella cantina di Vite Colte nel comune di Barolo, i prodotti delle vigne saranno oggetto di vinificazioni e affinamenti che li trasformeranno in alcuni tra i vini più rappresentativi del progetto Vite Colte, tutti a loro volta espressione del più prezioso patrimonio enologico piemontese: si va infatti dai tre Barolo Essenze – ognuno accompagnato in etichetta dalle menzioni degli specifici comuni di produzione, “Barolo”, “Serralunga d’Alba” e “Monforte d’Alba” – al Barbera d’Asti Superiore DOCG La Luna e i Falò – con un evidente richiamo a Cesare Pavese che si ritrova anche in altre etichette di Vite Colte – dal Piemonte Moscato Passito La Bella Estate alla new entry Alta Langa Cinquecento.
La cantina di Vite Colte, peraltro, merita una menzione particolare non solo per la qualità elevatissima dei vini che da essa escono alla conquista del mercato italiano e internazionale, ma anche per le peculiarità della costruzione che la ospita. Ideata dall’architetto Gianni Arnaudo, inaugurata nel 2000 ed ulteriormente ampliata nel 2010, il progetto è stato insignito del premio internazionale di architettura Dedalo – Minosse nel 2006, anno in cui è stato anche esposto nel Padiglione Italia della Biennale di Venezia. L’estetica della costruzione è profondamente
legata all’architettura delle Langhe, da cui sono stati isolati alcuni segni reinterpretati in nuove tipologie contemporanee, e lo stesso vale anche per elementi tipici dell’architettura rurale piemontese: si va così, per fare solo alcuni esempi, dalle linee curve del tetto, che richiamano vagamente il profilo delle colline delle Langhe, al legno lamellare ricurvo con cui sono realizzate le strutture essenziali dell’opera, ricordo del materiale e dell’antica tecnologia di costruzione delle botti, dalla copertura in coppi alla particolare tonalità di rosso delle parti murarie ai tralicci in legno ai quali i contadini appendevano ad essiccare il granoturco.
All’interno della struttura, poi, una passerella in acciaio, legno e cristallo si snoda per quasi un chilometro attraverso un vero e proprio itinerario didattico e culturale, che potrà anche essere arricchito dalla degustazione dei vini e che in ogni caso permetterà di osservare le varie fasi della produzione, dalla vinificazione fino all’imbottigliamento, transitando, nell’ordine, nella Sala dei Nebbioli detta “della tradizione”, nella cantina tecnologica, che ospita le vasche di fermentazione e stoccaggio, nella Sala delle Barbere, anche detta delle “barriques”, e infine nella Sala Imbottigliamento.
Ad abbellire e insieme arricchire di contenuto culturale il percorso appena descritto contribuiscono infine sia la mostra permanente “Le Stagioni del Vino”, dedicata a Vite Colte e realizzata appositamente per l’itinerario di visita dal noto street artist italiano Maupal – otto disegni che ripercorrono, con stile pop e intento formativo, le diverse fasi della vinificazione, dalla pigiatura alla vinificazione in bianco o in rosso, dalla fermentazione malolattica alla maturazione in botte grande o in botte piccola fino alla spumantizzazione con metodo Martinotti o con metodo Classico – sia la mostra fotografica dedicata ai viticoltori, con questi ultimi ritratti in otto panelli mentre operano nei vigneti in altrettanti momenti dell’anno di produzione, dalla potatura alla legatura, dalla palizzatura al controllo dell’allegagione, dalla sfogliatura al diradamento, dalla vendemmia alla vendemmia tardiva.